venerdì 12 maggio 2017

PICCOLA RACCOLTA DI STORIE INCREDIBILI #1

Inizia oggi la "Piccola raccolta di storie incredibili", rubrica settimanale sulla letteratura e il cinema fantastico. Ogni venerdì parleremo di un libro e di un film legati al genere, cercando di esplorare le declinazioni, le sfumature e i contenuti che nel tempo lo hanno caratterizzato.

L'inizio di una nuova era

Le tematiche del soprannaturale sono sempre state centrali nella tradizione letteraria e le ritroviamo nelle più importanti opere.
"Una supposizione di entità, di rapporti o di eventi in contrasto con quelle leggi della realtà che sono sentite come normali o naturali in una situazione data". Questo il tentativo di definizione, tratta dal fantastico saggio recentemente pubblicato da Einaudi, del prof. Orlando, e attraverso questa proveremo a muoverci lungo il percorso.
"Immagino che un suicida con la pistola puntata alla tempia provi, circa quello che sta per capitargli, la stessa trepidazione che provai io in quel momento."
(il Viaggiatore del Tempo)

Il libro di oggi è "La macchina del tempo" di H. G. Wells, ripubblicato recentemente da Einaudi nella collana "Letture Einaudi" a cura di Michele Mari.
Romanzo pubblicato la prima volta nel 1895, vuole aprire questo percorso essendo da un lato uno dei primi esempi di letteratura fantascientifica e dall'altro un rimando al "viaggio nel tempo" che compiremo lungo il tragitto di questa rubrica. 
Ambientato nell'Inghilterra di fine '800, ha come protagonista un eccentrico scienziato, intento nel convincere i suoi ospiti della possibilità di poter viaggiare lungo il tempo. Convinto nei suoi intenti, il protagonista riuscirà non solo a costruire la macchina ma anche a compiere un viaggio, arrivando fino ad un'epoca dove saranno cambiate tante cose.
Oltre la sua importanza storica come uno dei progenitori di un genere di incredibile successo, l'opera sorprende ancora oggi per la sua attualità e vitalità come analisi sociale dei suoi tempi, e forse anche dei nostri; la civiltà futura in cui andrà a finire il protagonista non può non ricordare infatti da vicino la società britannica di fine '800 e tutte le sue contraddizioni, ricordando molto le storie londinesi di Dickens e tutta una ricca letteratura sul tema.





Il menestrello Burton

Definire il genere fantastico in ambito cinematografico è un'impresa forse più titanica di tante storie che lo stesso genere ci vuole narrare. Tra chi ascrive i film alla categoria del fantastico semplicemente in base alla presenza di elementi soprannaturali e chi dall'altro lato vorrebbe addirittura far coincidere il fantastico con il cinema in toto, in quanto composto da narrazioni di finzione, ci pareva giusto iniziare focalizzandoci sull'essenziale, sia del cinema che del fantastico: raccontare storie.

A questo punto, uno dei titoli più appropriati è senz'altro "Big Fish" (2003) di Tim Burton, storia delle storie incredibili della vita di Edward Bloom. La pellicola infatti si muove avanti e indietro nel tempo, partendo dal letto di morte di quest'uomo, raccontando attraverso le sue parole tutte le vicende incredibili di cui è stato protagonista. 
Accanto ad un Edward morente si trova il figlio, un trentenne sull'orlo della paternità, che si fa ascoltatore delle assurde storie di vita del padre con un occhio razionale e razionalista fino all'esasperazione. 
Proprio dal dualismo che si viene a creare tra i due, da un lato un cantastorie romantico e fantasioso e dall'altro uno spettatore scettico e seccato, sboccia la vera bellezza del film. Tra le due fazioni rappresentate, Burton (ovviamente) sceglie quella del padre-menestrello, ponendosi e ponendo agli spettatori dei dubbi legittimi: se le nostre vite non sono altro che una serie di ricordi soggettivi di chi le ha vissute, è proprio obbligatorio doverle raccontare in maniera oggettiva? È veramente necessario doversi piegare al buon senso e alla verosimiglianza, al puntiglio della razionalità, o in fondo è meglio ascoltare una bella storia, anche se incredibile?


Forse è proprio questo il primum movens del cinema fantastico.

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